Australia 18 Novembre – 03 Dicembre 2018

Australia
18 NOVEMBRE – 03 DICEMBRE 2018

Australia, why don’t you love us?

Prima di scrivere in dettaglio questo incredibile viaggio, riassumerò in brevissimo solo le tappe/destinazioni e i giorni trascorsi;

18 NOVEMBRE Sydney
19 NOVEMBRE Sydney – Watson Bay, Bondi Beach, Coogee
20 NOVEMBRE Sydney to Adelaide – Kangaroo Island
21 NOVEMBRE Kangaroo Island – Little Sahara, Remarcable Rocks, Flinders National Park, Admiral Arch
22 NOVEMBRE Kangaroo Island – Adelaide
23 NOVEMBRE Adelaide – Naracorte – Mount Gambier – Cape Bridgewater – Portland
24 NOVEMBRE Portland – Port Fairy – Tower Hill – Warrnambool – Cape Otway – Apollo Bay
25 NOVEMBRE Apollo Bay – pressi di Melbuorne (Werribee South)
26 NOVEMBRE Melbuorne
27 NOVEMBRE Melbuorne
28 NOVEMBRE Melbourne – Airlie Beach
29 NOVEMBRE Airlie Beach
30 NOVEMBRE Airlie Beach – snorkeling barriera corallina
01 DICEMBRE Airlie Beach
02 DICEMBRE Airlie Beach – Proserpine – Brisbane
03 DICEMBRE Brisbane – Port Macquarie – Sydney

Informazioni che non si leggono in giro:
– mangiare presto (19-19.30 max)
– educazione e rispetto
– carcasse di canguro
– SyD e Mel metropoli ma vivibili
– Compagnia di voli interni low cost TIGER AIR non affidabile

DOMENICA 18 NOVEMBRE

Sydney, centro

Il nostro arrivo a Sydney è di sera.
L’ aeroporto è ben collegato con il centro e il treno costa 15 euro a tratta. Noi alloggiamo in un ostello abbastanza centrale (35 euro a testa a notte, ben più economo di altre soluzioni).
Facciamo subito un giro a piedi verso il centro. Dopo 15 minuti di passeggiata raggiungiamo facilmente Circular Quay, da dove ammiriamo la famosissima Opera House.

Facciamo un giro nel centro e, data l’ora “tarda” la nostra prima cena in Australia è a base di panino da fast food.
Emozionati e stanchi dalle mille ore di viaggio, alla mezza torniamo in ostello per riposarci e ricaricare le batterie.

LUNEDì 19 NOVEMBRE

Sydney – Watson Bay, Bondi Beach, Coogee

Dato i pochi giorni disponibili per visitare la città, decidiamo, come al solito, di darci dentro, tanto che in questa giornata percorriamo a piedi più di 25 chilomentri.
Di prima mattina torniamo verso il centro per vedere l’ Opera House con la luce e poi guardiamo la città dall’alto attreversando a piedi l’ Harbour Bridge.

Successivamente non ci priviamo di una passeggiata nei Royal Botanic Gardens dove incontriamo i primi pappagalli, Ibis e ucelli mascherati (pavoncella)

Ibis
Albero grandissimo
Alberi che formano un arco
Pavoncella
Pappagallo molto bello

 

Ci dirigiamo verso il porto dove prenderemo il traghetto per Watson Bay.

Vista di Sydney da traghetto

Arrivati al porto di questo paesino, percorriamo un percorso che ci porta alle immense scogliere scolpite dall’ acqua e dal vento.

Scogliera Watson bay
Sempre scogliera
Vista di Sydney

 

Ci colpiscono molto i cartelli che disincentivano le persone a togliersi la vita.

Dopo aver percorso ogni sentiero possibile per ammirare il panorama, cerchiamo un autobus che ci porti direttamente a Bondi Beach dove faremo i 6km di passeggiata fino ad arrivare a Coogee. Se siete a Sydney, trovate il tempo per farla.
Nel percorso incontriamo piscine sul mare, surfisti, spiagge minori e panorami stupendi.

Una delle Spiagge tra Bondi Beach e Coogee
Piscina sul mare
Scorcio
Altra spiaggia
Altra piscina
Vedi sopra
Strada chiusa ma bella esperienza
Coogee (probabilmente)

 

Nel tardo pomeriggio torniamo con il traghetto verso il centro.
Visitiamo il famoso Queen Victoria Market e alla sera ceniamo con buonissimi e abbondanti noodles in un ristorante cinese nel cuore di China Town.

MARTEDì 20 NOVEMBRE

Sydney – Adelaide – Kangaroo Island

Ci svegliamo all’ alba per tornare in aeroporto a prendere il volo che ci porta ad Adelaide. Piove e c’è freddo, ma per ora questo non sembra essere un problema… d’ altronde siamo in vacanza!
Ci dirigiamo a piedi verso l’ autonoleggio dove avevamo prenotato il van, nostro compagno di avventure per i 9 giorni successivi. Da qui le prime emozioni della guida a destra.
Durante il tragitto per arrivare al porto di Cape Jervis da dove prenderemo il traghetto per Kangaroo Island, avvistiamo, o meglio, avvisto (perchè Erik era troppo intento a tenere il senso di marcia corretto), i primi canguri. Mamma mia ragazzi che spettacolo. Che animali incredibili… esistono davvero queste creature così strane. Sono conigli giganti con il culone e la faccia da capretta. Occhi a cuore.
Ci fermiamo in un super market per recuperare i viveri necessari alla sopravvivenza sull’isola. So che detta così può sembrare una terra desolata; la realtà è più o meno questa in effetti.
La traversata dura circa 50 minuti. Avvistamento delfini assicurato!!!
Il colore dell’ acqua del porto (sì, del porto!) di Kangaroo Island (Penneshawk) ha dell’ incredibile. Azzurro e verde acqua, sembra una piscina.
Ora consapevole del meteo che ci ha accompagnato nei giorni successivi, ritengo che non ci siamo goduti abbastanza quel lieve tepore che ci ha accolto sull’ isola…
Primi avvistamenti di echidna, che diventerà il mio animale preferito 🙂

Erik molto contento con il Van
Ecidna
Primo Wallaby
Pellicano
Primo piano pellicano
Pellicani con amici
Pappagalli piccioncini
Pappagalli bianchi molto carini

Kangaroo Island è lunga 150 e larga 50 chilometri circa; abbiamo quindi deciso di stare in un campeggio situato più o meno al centro dell’ isola, precisamente a Parndana. Non aspettatevi campeggi lussuosi o servizi eccellenti, per quelli dovrete andare nei resorts.

Lungo la strada incontriamo il primo koala e ci poniamo il dubbio sia finto e nasconda una telecamera per registrare gli ingressi; guardate quella specie di cartellino rosso che ha vicino all’ orecchio!

Koala Robot

Quando poi iniziamo a vederne altri, ci convinciamo della loro naturale presenza <3

Koala di spalle
Koala grasso

 

Arriviamo al campeggio verso sera, la temperatura esterna è intorno ai 7-8°C, doccia super veloce e a dormire sotto il piumone.
(Ma non doveva essere primavera inoltrata??)

MERCOLEDì 21

Kangaroo Island – Little Sahara, Remarcable Rocks, Flinders National Park, Admiral Arch

Ci svegliamo alla mattina molto presto (essendo andati a dormire alle 22 non è che facessimo molta fatica) con sempre meno gradi fuori e con le pareti interne del van completamente bagnate dalla condensa. Infreddoliti ci dirigiamo verso le dune del Little Sahara. Il cancello è ancora chiuso e troviamo a fare la guardia un bel canguro dal pelo scuro.

Canguro da guardia

 

Essendo i primi turisti della giornata, sulle dune di sabbia non ci sono impronta umane, ma solo quelle di diversi animali selvatici. Risaliamo la duna più alta e ammiriamo il panorama, mentre il vento non ci dà tregua, ma si apre una piccola finestra di cielo azzurro.

Erik sulla duna
Giada e le sue personalità
Erik tra i pensieri

Ripartiamo verso Flinders NP (estremità opposta rispetto al porto di arrivo), e attraversiamo strade come questa.

Strada

Una volta arrivati al centro visitatori, ci facciamo consigliare i vari punti da raggiungere decidendo ti tenere il percorso a piedi (che parte proprio da qui) più lungo per ultimo, sperando che la pioggia ci dia tregua. Quindi procediamo con il van verso il faro di Rocki River, dove scendo per circa 50 secondi dal mezzo e rischio di essere trascinata via dal vento. E la volta di Admiral Arch. Il sentiero che porta fino ad entrarci, chiaramente è chiuso ai visitatori per il maltempo. Ci limitiamo ad osservarlo da lontano e a cercare la colonia di otarie che lo abitano. Una volta raggiunte le Remarcable Rocks nostro malgrado, anche qui il percorso è chiuso, cerco di scattare almeno qualche foto ricordo da guardarmi poi al caldo.

Remarcable Rocks
Remarcable Rocks

Al ritorno al van abbiamo dovuto ripararci sotto degli arbusti per la pioggia torrenziale che stava scendendo. Io credo che chiunque sia stato in Australia nello stesso nostro periodo, non abbia mai visto un tempo del genere… io ero allucinata.

Ritorniamo al Flinders NP dove, completamente infreddolita, fradicia e nervosa per aver preso su un solo cambio pesante (che alla fine del viaggio ha iniziato a camminare) sarei rimasta chiusa dentro al van. Il tempo di riprendermi un attimo e rubare i pantaloni antipioggia di Erik, ricominciamo l’ avventura sotto l’ acqua. La natura in compenso ci regala flora e fauna spettacolari. Non ce la si fa ad avercela con te, Australia.

Wallaby
Oca grandissima
Profilo oca

 

Pianta molto grande
Ecidna
Formicaio enorme

Una cosa che non avevo letto da nessuna parte è che a bordo strada ci sono una quantità incredibile di carcasse di canguro… impressionante. Vi metto qualche foto di quelli vivi va!

Canguri
Canguri
Canguri
Canguri

Alla sera mangiamo prestissimo al locale del campeggio, luogo di ritrovo di persone del posto.

GIOVEDì 22 NOVEMBRE

Kangaroo Island – Adelaide

Il tempo finalmente sembra essersi dato una calmata. Andiamo a fare colazione in un fornetto dove scambiamo due parole con il signore che ci prepara il caffè. Momento di panico; mentre gli raccontiamo che da lì a poco avremmo dovuto prendere il traghetto per tornare sulla terra ferma, ci fa leggere sul giornale che la navigazione è rimasta bloccata per i due giorni antecedenti CAUSA maremoto e che quindi gli imbarchi potrebbero avere ritardi. Allarmati chiamiamo immediatamente il porto chiedendo informazioni. Ci dicono di presentarci il prima possibile per vedere di incastrarci in qualche buco. Fortunatamente riusciamo a partire, addirittura un paio di ore prima del previsto.

Uccellino bellino
Mare
Delfini

Visitiamo Adelaide, i suoi giardini botanici pieni di cacatua, pappagalli colorati e una serra immensa, e il bellissimo museo a più piani. Il nostro tempo non è tantissimo e questo museo meriterebbe almeno 3 ore di visita. I video documentari sugli aborigeni sono solo una delle cose interessanti di questo complesso.

Giardini botanici
Alberoni
Cacatua
Cactua primo piano
Cactua curioso
Famiglia di papere
Museo ad Adelaide
Maschere aborigene
Adelaide

Ripartiamo verso Murray Bridge facendo una deviazione per una cascata che una volta arrivati troviamo completamente secca, da aspettarselo (?). Cerchiamo su google come sarebbe stata con l’ acqua e ce la ridiamo un po’.

Landscape con arcobaleno
Aquila nell’arcobaleno

Arriviamo alle 20.00 davanti ad un campeggio che scopriamo essere già chiuso (ma dai?). Mangiamo velocemente nel primo locale che troviamo dove ci raccomandano di scegliere in fretta perchè la cucina stava (chiaramente) chiudendo. Intanto fuori volano decine di papagalli rosa, l’equivalente dei nostri piccioni.

Presi un po’ dalla preoccupazione di dove dormire, abbiamo optato per un ampio parcheggio al ridosso della ferrovia. Io sono molto contenta della soluzione… Erik un po’ meno 😀

VENERDì 23 NOVEMBRE

Adelaide – Naracorte – Mount Gambier – Cape Bridgewater – Portland

Mi sveglio con il cinguettio dei pappagalli che faccio fatica ad individuare perchè perfettamente mimetizzati… che meraviglia.

Trova il pappagallo
Pappagallo

Dopo la colazione al MC Donald ed aver visto due alpaca nei pressi di una casa, ci dirigiamo verso Naracorte. La prima tappa sono le cave naturali di stalagtiti e stalagmiti. Per quanto riguarda le grotte in se non hanno nulla da invidiare rispetto a quelle di Frasassi, ma la cosa che mi ha colpita di più è stata la disponiobilità del signore che ci ha accolto e spieghato il percorso. Ancora più allucinante è il parco stile giostra di Gardaland (ricordava la Tunga, non se avete presente) dove ci sono le ricostruzioni degli animali, sia estinti che ancora in vita, che si muovono. Un po’ inquietante, ma da apprezzare l’ inventiva del proprietario nel tirar fuori qualcosa dal nulla.

Gardaland
Grotta

In tarda mattinata partiamo alla volta di Mount Gambier, raggiungiamo il lago blu e scattiamo qualche foto. Ovviamente il tempo è pessimo, quindi il blu acceso che avremmo dovuto vedere era un blu notte.

Lago di Mount Gambier

Curiosità: Proprio nel centro di Mount Gambier vi è una dolina profonda 12m

Dolina

Lungo la strada per Cape Bridgewater vediamo il primo vero canguro enorme, ma questo è solo l’inizio

Cangurone

Sulla nostra compagna di viaggio Lonely Planet, c’è scritto che la scogliera di questo paese è abitata da una grossa colonia di otarie. Così iniziamo a percorrere il sentiero che porta all’ estremità. Freddo, aria e pioggia non ci hanno dato tregua per ore, e proprio nel momento in cui mi stavo chiedendo se davvero ne valesse la pena, ecco che in lontananza vediamo un gruppo di ENORMI (ma ENORMI!!!) marsupiali. Ora abbonderò con le foto. Giuro che eravamo molto lontani da loro, ma ci hanno tenuto d’occhio tutto il tempo che siamo stati lì a guardarli.

Cangurissimi

 

Quando abbiamo raggiunto l’ estremità della scogliera, abbiamo visto anche le otarie sguazzare. Tutta l’ acqua e il freddo che abbiamo preso in queste ore, sono state ripagate in emozioni.

Due otarie
Un’ otaria che nuota

 

Arriviamo nel camp dove decidiamo di farci solo una doccia (inizialmente gelata) e ripartire per avvicinarci a Portland, dove ceneremo in un MAC in chiusura e poi dormiremo in un parcheggio.

SABATO 24 NOVEMBRE

Portland – Port Fairy – Tower Hill – Warrnambool – Cape Otway – Apollo Bay

Dopo circa un’ oretta di strada arriviamo a Port Fairy, denominato paese più vivibile del mondo, probabilmente dovuto al fatto che ciò che trasmette al primo impatto sia una tranquillità fuori dal comune. Decidiamo di farci una passeggiata e, chiaramente, un wallaby delle paludi non impiega molto a farsi trovare sul nostro cammino. Percorriamo un lungo tratto di spiaggia, dove vediamo dei magnifici cigni neri e delle conchiglie di grandi dimensioni.

Grande Conchiglia

Sotto consiglio della Lonely Planet, prendiamo una deviazione per Tower Hill, che dista appena 10 minuti da Port Fairy. Esattamente si tratta di una caldera vulcanica. Con il van abbiamo percorso la strada che la attraversava, e una volta raggiunto un parcheggio, ci siamo imbattuti in EMU meravigliosi. Dalla foto potrete notare il mio entusiasmo (oltre che lo stile alla moda).

Emù
Ritratto di Emù
Io molto felice e alla moda

 

Ripartiamo alla volta di Warrnambool nella speranza di vedere una balena ma quando arriviamo sulla chilometrica spiaggia ci rendiamo conto che senza un buon binocolo l’unica cosa che si può vedere sono i bambini che giocano con la sabbia.
Un po’ delusi dal mancato avvistamento, affoghiamo i nostri dispiaceri in un fish and chip (Parker’s) da paura, dove con 22$ in due mangiamo da star male. Provatelo. Merita, ma prendete poche cose.

Negozio colpevole

Sulla strada verso la famosissima Great Ocean Road, avvistiamo pure dei dromedari e sospettiamo che sia allucinazioni post pranzo.
Carrellata di foto fino ai 12 Apostoli (compresi i selfi dei turisti, la loro presenza in questo must da non perdere, proprio non ci stava, ed ho rimpianto la natura e la desolazione che fino a quel momento erano la nostra unica compagnia).

Arriviamo a Cape Otway dove faremo una deviazione in una stradina non battuta per allontanarci dalla massa di turisti e riprendere il contatto con la natura incontaminata, e troviamo questo koala che corre (corre poi… sgambetta…) verso un albero di eucalipto accanto al nostro van

Koala che “corre”
Sempre lui
Ritratto
Buon appetito

 

Tappa giornaliera: Apollo Bay.
Campeggio molto carino popolato da pappagalli rossi, e birretta nel bar di paese per una dolce serata.

<3

 

DOMENICA 25 NOVEMBRE

Apollo Bay – pressi di Melbuorne (Werribee South)

Riprendiamo il viaggio verso la fine della GOR dove ci fermiamo per qualche scatto goliardico

Autoscatto

 

Dopo un paio di ore di strada ci fermiamo a visitare Geelong dove è in corso una festa cittadina con tanto di macchine d’ epoca

Traliccio (?) Dipinto
In effetti era quasi Natale
Erik che si finge interessato

Furgoncino Gelati

 

Verso tardo pomeriggio raggiungiamo il campeggio di Werrebee South caravan Park, dove per 33$ a notte decidiamo di stare due notti. Ci sembra di essere in un paesino di un’ epoca lontana, per lo più abbandonato. Il centro si raggiunge in 10 minuti con il van. Ceniamo in un locale che serve hamburger con personale davvero simpatico e contento di avere viaggiatori a cena, tanto che quando scoprono che siamo italiani ci offrono le birre. Molto buone tra l’altro.

LUNEDì 26 NOVEMBRE

Melbourne

Prima di raccontarvi di Melbourne, una premessa: se deciderete come noi di andare con il treno, non lasciate il mezzo nel parcheggio del supermercato a Geelong; la segnaletica non è chiara e non si può lasciare la vettura per più di 2 ore nel parcheggio (al contrario di quello che ci aveva detto la receptionist del campeggio). Noi abbiamo avuto in regalo una bella multa da 80$ (a rigrazie Australia).
In stazione a Geelong facciamo la tessera Myki che con 9$ (più 6$ di tessera) ti permette di girare per tutto il giorno nella zona urbana.
Melbourne è incredibile. Una metropoli con gente di tutte le parti del mondo, caotica, trafficata, ma dove non ti senti MAI in pericolo.
Come prima cosa abbiamo seguito i consigli della Lonely Planet (stranamente), con un giretto a piedi di circa 3km che passava dalla via dei murales (alcuni veramente imponenti) a negozietti tipici, parco botanico e l’ Eureka Sky deck da dove si può ammirare il panorama dall’ alto della città.

Murales su scala

Vie urbane
Scorci

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MARTEDì 27 NOVEMBRE

Melbourne

Visitiamo il Queen Victoria Market per qualche souvenir come tradizione. Si tratta di un mercato giornaliero, all’ aperto, in cui si può trovare ogni genere di articolo; dalla carne ai souvenir, dalla verdura alle spezie, dal pesce ai vestiti. Ovviamente abbiamo pranzato in una delle bancarelle presenti. Poi abbiamo proseguito con una passeggiata sulla spiaggia. Il clima non è dei migliori, ma ormai siamo abituati, freschino e vento ci hanno fatto compagnia.
Abbiamo visitato un museo sulla guerra: Shrine of Remembrance. Non tanto perchè ne siamo appassionati, ma perchè dalla terrazza di questo si vede il miglior Skyline della città. La giornata si è conclusa con un gigantesto hosomaki a China Town, strepitoso.

Autoscatto sul molo
Contrasto

Luna Park nei pressi della spiaggia
Ingresso inquietante Luna Park
Vista della città dal Shrine of Remembrance
Porte di China Town
China Town

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MERCOLEDì 28 NOVEMBRE

Melbourne – AirLie Beach

Dopo aver salutato e riconsegnato il nostro van, compagno di viaggio e di gelate, prendiamo la metro e lo skybus per arrivare in aeroporto. Mi sento di consigliarvi di cercare un Uber (molto meno tempo e più o meno stessi soldi, noi abbiamo speso 4.30$ di metro e 17.50$ di bus).
Arrivati ad Airlie Beach l’ escursione termica è stata notevole. Dal fresco che ci aveva accompagnati da SyD in poi, ci siamo ritrovati a 40° all’ ombra, FINALMENTE! Il paesino è principalente costituito da una via colma di ristoranti e locali, c’è un supermarket, una spiaggetta (dove è sconsigliato fare il bagno), ma la cosa più bella in assoluto è la laguna. Non avevo idea di come potesse essere finchè non l’ho vista; un’ enorme piscina con l’ acqua tiepida (e del mare) circondata da alberi ed erba, dove tutto il paese può stare gratuitamente per il tempo che vuole, a rinfrescarsi dal caldo torrido. In effetti l’ unico modo per sopravvivere a quelle temperature è rintanarsi in qualche bar con l’ aria condizionata, oppure stare a mollo nell’ acqua.
Ceniamo ad uno dei ristoranti consigliati da Trip Advisor: KC’s Bar e Grill; hamburger e patatine.
Dopo cena ci dirigiamo verso l’ appartamento che abbiamo affittato (Airlie Beach Appartment) che non è sulla via principale, ma per arrivarci si sale una ripida salita fuori dal centro caotico.

GIOVEDì 29 NOVEMBRE

AirLie Beach

Spendiamo tutta la giornata a rilassarci in piscina ed a gustare smoothies, la mia nuova droga (Wisdom Health: smoothies giganti a 7.50$, straconsigliato).
Per non fare troppa fatica ceniamo con piatti da scaldare al microonde e ci beviamo un paio di birre.

VENERDì 30 NOVEMBRE

AirLie Beach – Great Barrier Reef

Raggiungiamo il porto di Airlie beach per imbarcarci sulla barca che mi farà vivere una delle esperienze più belle in assoluto: Snorkeling sulla barriera corallina (Cruis Whit Sundays).
Solo una cosa ci tengo a sottolineare; con questo tipo di escursioni si ha la possibilità di vedere veramente da vicino un sacco di pesci, conchiglie giganti, coralli, alghe e altri esseri viventi che popolano il mare. Tutto questo è veramente meraviglioso. Per permettere che tutti possano godere questa sensazione è opportuno impegnarsi nel rispettare le regole. Sicuramente saprete che i coralli, se vengono toccati, muoiono, per cui è estremamente necessario aver cura di stare abbastanza distanti. Molti km di barriera corallina sono essenzialmente morti, si vede dal colore ormai spento. Ed è incredibile quanto ci si possa avvicinare. Penso che tutta questa libertà funzionerebbe se le persone prestassero una grande attenzione. Devo dire che nonostante ci fosse molta gente, tra cui anche bambini, non ho mai avuto la sensazione di inciviltà, quindi mi auguro che la gente si stia via via sensibilizzando.
Detto ciò, sarei rimasta in acqua 45 ore.

SABATO 01 DICEMBRE

Airlie Beach

Ultima giornata di assoluto relax alla laguna valutando, come due ingenui babbei, che cosa visitare nei due giorni successivi a Sydney

DOMENICA 02 DICEMBRE

Airlie Beach – Proserpine – Brisbane

Trasferimento per l’ aeroporto di Proserpine dove, dopo un po’ di prese in giro (tra cui falsi ritardi), ci viene cancellato il volo dalla compagnia Tiger air. Fortunatamente avevamo tenuto un giorno di distanza tra questo volo e quello che partiva da SyD per riportarci a casa, ma il disagio è stato notevole. Quando abbiamo chiesto all’ hostess spiegazioni, o quantomeno alternative, ci risponde di cercare su internet altri voli. Grazie al c…. . Quindi niente, armati di nervoso, prendiamo l’unico volo utile che ci porti almeno a metà strada, così voliamo a Brisbane dove noleggiamo una macchina per i 1000 km che servono per poi arrivare a Sydney (forse ora avrete capito il sottotitolo del mio articolo). Dopo qualche ora di viaggio non programmato, ci fermiamo a dormire in una piazzola.

LUNEDì 03 DICEMBRE

Brisbane – Port Macquarie – Sidney

Mai scoraggiarsi, riprendiamo il viaggio e scopro (Lonely Planet docet) che lungo la strada c’è una piccola deviazione per una colonia di pipistrelli giganti. Così non perdiamo l’occasione di andarli a disturbare

Primo piano di Volpe Volante

Lungo la strada notiamo che a una decina di metri di altezza ci sono delle reti che passano da una parte all’ altra, collegando la foresta intorno, e ragioniamo sul fatto che probabilmente servano agli animali per passare senza attraversare la carreggiata.
Per non farci mancare nulla, a circa metà strada tra Brisbane e Sydney, visitiamo il Koala Hospital a Port Macquarie, una struttura aperta e gratuita dove i volontari si prendono cura dei Koala che subiscono incidenti o malattie. Tra gli ospiti ci sono pelosetti ciechi, alcuni senza una zampa e altri sotto cure mediche. La cosa che mi è piaciuta davvero tanto, è che i volontari, dopo aver rimesso in sesto i koala, li rimettono in libertà. Eccezion fatta per quelli che non potrebbero sopravvivere e per uno in particolare talmente recidivo che al sesto ricovero (investito sei volte), si è concluso che sia meglio tenerlo sotto sorveglianza. Gli animali sono in aree all’ aperto, con alberi dove arrampicarsi, e alla mia domanda ad una volontaria del perchè non se ne andassero da soli tramite gli alberi, lei mi risponde con: “hanno acqua fresca ed eucalipto appena tagliato ogni giorno… dove vuoi che vadano?!” . Benissimo, allora i koala non sono proprio stupidi del tutto.
Facciamo una piccola donazione prendendo qualche souvenirs.

Un peloso cieco
Peloso tripode

Ripartiamo alla volta di Sydney, dove al calar del sole prenderemo il nostro volo di ritorno.

Con la speranza di avervi lasciato un articolo non troppo pesante, mi auguro che possa esservi di aiuto per l’ organizzazione del vostro viaggio in Australia, o per lo meno, spero vi sia venuta voglia di visitare questo enorme e stupendo paese. Noi in un paio di settimane ne abbiamo visto veramente una piccolissima parte, e sicuramente ci torneremo per un viaggio un po’ diverso. Scrivetemi per consigli e chiarimenti, farò di tutto per aiutarvi 🙂

Per ultime le foto di alcuni dei tanti cartelli (compreso il cartello di una con il cartello) australiani.

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